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In sintesi, nell’anno 2005, il gioco del lotto viene trattato tale e quale una mera materia di tassazione e inserito nelle manovre fiscali allo scopo di racimolare maggiori introiti. I principali interventi attuati sono stati l’impopolare aumento della ritenuta sulle vincite portata dal 3% al 6% e l’attuazione in via definitiva della terza estrazione settimanale, inoltre viene rispolverata la scommessa sull’estratto determinato. Al giocatore viene offerto ben poco in cambio: l’aumento del premio per le sorti meno probabili quali il terno, quaterna, cinquina, mentre sono lasciati invariati i premi per ambata ed ambo, non equo il premio per estratto determinato.
Per le innovazioni abbiamo assistito all’esordio della 11° ruota del lotto, indipendente da “tutte” denominata Ruota Nazionale, mentre all’insegna della trasparenza possiamo assistere in diretta televisiva alle estrazioni automatizzate per le ruote Nazionale e di Roma, le rimanenti ruote si affidano ancora al fanciullo bendato.
Il Jackpot del superenalotto, da un certo momento, viene destinato per intero al monte premi spettante al 6 e non più diviso a metà tra il 6 e il 5+1. I fortunati realizzatori di un 5+1 possono così aspettarsi di vincere non oltre 700-800 mila euro, in genere, dipende dal volume di gioco, non male in ogni caso, mentre il premio più ambito, finquando il 6 non viene centrato, schizza in alto più velocemente, poiché si sa che un jackpot alto riesce ad attirare molti più giocatori, specie tra gli occasionali.
Nell’ultima trance del 2005 sono stati presentati alcuni dati registranti incrementi nel volume di giocate complessivo, ma niente affatto dei dati significativi, cioè non così convincenti da poter affermare che le attuali regole e modalità del gioco del lotto siano state ben digerite o addirittura incontrino i favori del popolo degli scommettitori.
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